
scotland the brave
APPUNTI di LANZA MEDIEVALE
LANZACORTA (PARTE PRIMA)
INTRODUZIONE:
Il primo livello di apprendimento delle armi inastate prevede l’insegnamento della “lanzacorta” ovvero della lanza propriamente intesa nella più comune conoscenza.
L’uso di tale arme in battaglia è antichissimo, già nella preistoria l’uomo concepì l’uso di appuntire un bastone ed usarlo come arma, prima probabilmente per lanciarlo e poi per usarlo come oggetto multiuso (per la propria difesa, come sostegno nel cammino, per reggerci qualcosa), sempre agli albori della civiltà l’uomo concepì l’idea di aggiungervi (inastarvi) in cima una parte tagliente, in felce (sasso) e poi, con la scoperta del metalli, ferro e bronzo in primo luogo, più evoluta in metalli forgiati e sagomati all’occorrenza.
Nozioni di un uso pratico già codificato ed anche di una costruzione accurata e pianificata ci vengono fornite nei poemi omerici ed in tutta la letteratura antica greca, poi vengono ripresi e descritti in modo tecnicamente approfondito da Giulio Cesare nel suoi “De Bello”, accenni sull’uso antico della lancia appaiono persino nell’ Antico Testamento. Ma ogni civiltà conosciuta di qualsiasi continente nella propria iconografia, o tradizione scritta od orale cita l’uso di questa arma.
Finalmente nel Medioevo (che non ci stuferemo mai di ritenere non tanto oscuro come tanti studiosi vorrebbero farci credere) subito dopo l’inizio del secondo millennio, alcuni trattatisti o, per meglio dire “magistri d’arme”, iniziano a codificare le principali tecniche d’armeggio con le più popolari armi in uso. La “lanzacorta” appare nei principali trattati, nel “Flos Duellatorum” di Fiore dei Liberi per primo, che le dedica alcuna tavole illustrate ed i relativi versi all’ uso, molto simili in tutti i tre i codici che sono giunti sino ai nostri giorni, codificandone almeno tre poste e successive azioni d’armeggio in difesa ed in attacco, il suo lavoro viene poi integrato ed approfondito prima da Filippo Vadi (“de Armi Gladiatoria Diminicando”) alcuni decenni dopo, e successivamente anche da Achille Marozzo, con un testo complesso ed articolato, colorito di metafore e di difficile interpretazione tecnica, mentre anche i più noti trattatisti tedeschi (come Lichtenhauer), dedicano alla Lanza un giusto risalto, particolarmente nell’uso del combattimento in armatura, caratteristico è l’approccio di Hans Tallhofer, che fra le svariate armi illustrate nel Suo trattato presenta anche una originale lanza a due punte fissate ad uno scudo dalla forma allungata, con un uso sicuramente particolare e riservato ad armati di indubbia abilità e prestanza.
In realtà nel Medioevo la Lanzacorta si rivela un’arma economica ed adatta a tutti, anche alle Milizie cittadine con scarsa istruzione militare e preparazione culturale, essendo economica nella sua costruzione ed intuitiva nelle sue più semplici forme di impiego, specialmente per quello nella schiera in battaglia piuttosto che nel duello individuale, ed inoltre oggetto di uso comune anche per la caccia, impiego molto popolare all’epoca.
Abbiamo quindi pensato di proporre una dispensa sull’uso della Lanza, differenziandone il suo uso nello schieramento in battaglia, da quello in il un combattimento da duello, quindi maggiormente tecnico, come primo livello dell’apprendimento delle armi inastate.
Si partirà da una base comune: la conoscenza delle Poste (ne codifichiamo le quattro principali da cui ne derivano molte altre, le tre mostrate da Fiore dei Liberi per prime), i modi di impugnare l’arma, quelli di portare i colpi, i modi per parare e per spazzare, concluderemo con i tipi di disarmi (peraltro molto simili a quelli del bastone bicipite) e con cenni dell’uso della Lanza come “Pilum”, cioè arma da lancio, usata ancora nel 1400 anche nella città di Tergeste in modo massiccio.
La lancia storicamente si usava con varie forme di abbigliamento protettivo, usberghi di cotta di maglia, ovviamente imbottite (“Gambecon”) adeguate, parziali protezioni in cuoio ed in metallo, ovviamente si presta meglio un abbigliamento di peso contenuto ad un combattimento sufficientemente veloce e dinamico come può essere quello con la Lanza, specialmente nelle tecniche di combattimento che definiremo come “Lanza Italiana”, ci sono trattati germanici d’armeggio che usano la “Lanza” anche in protezione d’armatura completa, con notevoli differenze nell’impiego, la “Lanza Tedesca”, di cui tratteremo in seguito è idealmente più pesante, robusta e meno maneggevole in funzione dell’uso cui è destinata.
Caratteristiche dell’Arma
La Lanzacorta si compone di un’asta di legno robusto (ramino, frassino, ciliegio ad esempio) di adeguata lunghezza che presenta in cima un manufatto metallico, che può essere una semplice forma di foglia appuntita della lunghezza che va da 20 ai 30 cm. Alla base è fissato un altro manufatto di metallo , detto “calzo” o anche “cazzo”, che può andare da un semplice chiodo ad una struttura più complessa a cono con finale appuntito, usato sia per appoggiare la Lanza al terreno, ma anche come arma in punta nei colpi rovesci e falsi, di tale foggia si presenta la Lanza dell’ antichità e del primo millennio, ma il suo uso continua e si sviluppa anche nei secoli successivi, specie in virtù della semplicità dei processi costruttivi e dell’ istintività nel suo impiego. Dopo il 1200 si afferma la lancia con una punta-foglia dalla forma maggiormente allungata, con spesso una costolatura centrale di rinforzo, e specialmente con la presenza di almeno 2 rostri laterali, nata probabilmente per l’uso come arma da caccia, il suo uso cresce subito anche nel campo bellico, sia come arma da posta (ideale per fermare una carica di cavalleria) che da duello. La lunghezza totale va rapportata all’altezza del combattente che la userà, ottimale può ritenersi una misura superiore di 25 – 40 cm. all’altezza dell’armato. L’inastamento dovrà esser particolarmente robusto e rinforzato da ribattini passanti. Potrà essere rinforzata (ma anche appesantita a scapito della manegevolezza) da bandellature metalliche laterali parziali od addirittura totali per tutta la lunghezza dell’arma.
Direttamente derivato dalla Lanzacorta, ed il cui uso a volte può sovrapporsi va considerato il “lanzotto”, idealmente leggermente più corto e leggero, dotato di una unica punta (o foglia di forma maggiormente allungata) e nato per l’uso associato a quello dello scudo, quindi impugnato con una sola mano, del quale rimandiamo all’apposita sezione. Analogamente ricordiamo la derivazione e l’utilizzo di tutte queste armi dal “pilum”, cioè come arma da lancio a corto raggio.
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